Quando si parla di Antonio Maraini si pensa al suo ruolo istituzionale, al suo essere stato stretto collaboratore di Achille Starace e quindi ispiratore della politica culturale della dittatura fascista, diventando anche segretario generale della Biennale di Venezia dal 1928 al 1942, curandone otto, nonche' idealizzatore, insieme a Giuseppe Volpi e Luciano De Feo, della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia (1932).
Al di là delle sue idee politiche e del personaggio pubblico, Antonio Maraini è stato raffinato disegnatore e scultore, prova ne siano, oltre alle partecipazione alla Biennale di Venezia (la prima nel 1912 e la mostra individuale nel 1924), la qualità delle sue opere pubbliche fra cui i pannelli bronzei della scala a doppia elica dei Musei Vaticani e il Monumento ai Caduti per la città di Prato.
Maraini frequenta noti scultori dell'epoca fra cui Giovanni Prini e Angelo Zanelli e studia pittura con Giulio Bargellini, grazie a cui inizia ad amare il secessionismo europeo, fatto questo che lo porterà ad esporre tre opere alla I Mostra del Secessionismo Romano nel 1913.
Al suo stile grecizzante unisce un particolarissimo utilizzo della luce, derivato dai lavori di Prini e dalla sua frequentazione di artisti quali Balla, Boccioni, Cambellotti e Severini; questa tecnica è osservabile nei suoi studi, in cui il carboncino è fondamentale protagonista e qui presentati (già collezione di Fosco Maraini, noto antropologo, fotografo, poeta e scrittore, figlio di Antonio e padre di Dacia) .
In asta non solo i suoi disegni, ma anche i suoi bassorilievi in cui appare evidente il suo stile architettonicamente nostalgico, sesaltando forme geometriche semplici esegite magistralmente. Di particolare importanza quelli qui esposti, omaggio a due delle quattro arti e realizzati per la Galleria Ricci-Oddi di Padova nel 1931.