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Teseo viene riconosciuto dal padre Egeo

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Descrizione

Teseo viene riconosciuto dal padre Egeo

olio su tela
Largh. 190 - Alt. 150 Cm
Provenienza
Collezione privata, Pordenone
Ulteriori informazioni
“Nella scheda redatta per il catalogo della mostra che Rovigo ha recentemente dedicato a Mattia Bortoloni e al contesto artistico del Settecento veneto, confermando quanto già espresso da Bernard Aikema, si è ribadita la paternità di questa tela ad Antonio Molinari riaffermandone l'iconografia nel Banchetto di Baldassarre.
Secondo il parere di Stefano Aloisi il dipinto raffigura, diversamente, la rara interpretazione di Teseo viene riconosciuto dal padre Egeo, secondo quanto descritto da Plutarco nelle ‘Vite parallele’
Teseo, eroe tra i più celebri dell'antica Grecia, nacque da Egeo re di Atene e da Etra figlia del re Pitteo di Trezene. Stando ad alcune fonti mitografiche una notte Egeo giacque con Etra e quando tempo dopo seppe che la fanciulla era incinta nascose la sua spada e i suoi calzari sotto una grande pietra facendosi promettere alla ragazza che se avesse dato alla luce un maschio che nel corso del tempo sarebbe divenuto un giorno così forte da spostare il masso, lei l'avrebbe mandato ad Atene portando con sé come segno di riconoscimento la spada e i calzari.
Teseo crebbe alla corte di Pitteo divenendo un ragazzo bello, coraggioso e così forte da riuscire a spostare la pietra e quando Etra gli svelò le origini, decise di andare ad Atene. Qui il re Egeo, che ignorava che da Etra era nato un figlio, si era sposato con Medea da cui aveva avuto un bambino di nome Medo.
Teseo arrivò alla corte di Egeo in incognito e la sola Medea indovinò la sua vera identità. Medea, preoccupata per i diritti ereditari di Medo, instillò in Egeo il dubbio che quel ragazzo di bell'aspetto fosse venuto ad Atene per ucciderlo. Egeo e Medea decisero quindi di avvelenare il giovane durante un banchetto, ma quando Teseo si stava apprestando a farsi mescere del vino
Egeo riconobbe il figlio dalla sua spada un tempo nascosta sotto il masso, e con una manata rovesciò la brocca contenente la bevanda avvelenata.
Una commistione tra fonti antiche e adattamenti teatrali d'epoca barocca suggerirebbe la chiave di lettura per interpretare iconograficamente questa tela, che non è avventato definire tra le migliori del Molinari, ove si esibisce una scena assai concitata, carica di pathos, ma anche dettagli validissimi, quali la bellezza quasi femminea di Teseo e la virile figura del monarca che con possente gesto rovescia la preziosa brocca, colma di vino avvelenato, dalla tavola imbandita.”
Bibliografia
B. Aikema, Molinari & co: riflessioni sul momento internazionale della pittura veneziana tra Sei e Settecento, in “Arte Veneta”, 63, 2006, p. 203-208; F. Magani, scheda, in “Bortoloni Piazzetta Tiepolo il ‘700 veneto, a cura di F. Malachin, A. Vedova, catalogo della mostra di Rovigo, Cinisello Balsamo, 2010, pp. 199-200; Pittura barocca veneta in una collezione privata, a cura di S. Aloisi, Treviso, 2012, pp. 122-123
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gio 13 Giugno 2024
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TORNATA UNICA 13/06/2024 Ore 16:00
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