“L'episodio del suicidio di Catone ha goduto di particolare fortuna nella pittura barocca, inserendosi in quel filone narrativo dove la rappresentazione dell'uomo pubblico romano, che con onore e coerenza morale affronta coraggiosamente il proprio destino, era assurto a modello meritevole di attenzione ed emulazione.
E' verosimile una meditazione del Loth sull'analogo soggetto più volte dipinto da Giambattista Langetti, non raggiungendo però di questi l'aspetto maggiormente truce e orrido. Carl Loth ha raffigurato il governatore di Utica nell'atto di porre fine alla propria vita, il braccio di Catone è armato della spada pronta a trafiggergli il ventre mentre intorno a lui varie persone cercano di frenare l'estremo gesto. Il volto dell'Uticense, pur compreso nell'atto fatale, testimonia la forza del suo animo e il composto senso dell'onore che caratterizza la sua persona. Le cromie, calde e accese, decantano in una riuscita orchestrazione di tonalità ocra e rossastre.
Al suicidio di Catone il Loth ha dedicato varie redazioni.
Oltre alle diverse citate dalle fonti e dagli antichi inventari, si ricordano i soggetti conservati nel Statens Museum for Kunst di Copenaghen, nel Musée Crozatier di Puy-en-Velay, in collezione privata vicentina e nel Museo Nazionale di Varsavia.”