[...] “La costruzione elicoidale della scultura, la sua complessa articolazione spaziale espansa e gravitante, sommata a dettagli grotteschi, animosamente espressionistici, come il muso ferino del drago trafitto e a ricercate soluzioni decorative, quali la foglia d’acanto che orna l’elmo e l’elegante nodo che serra la coda del cavallo, denotano la piena adesione dell’opera al clima del , del quale il virtuoso scalpello dell’autore sembra interpretare al meglio gli spunti protobarocchi”. [...] Tratto dalla scheda critica del professor Giancarlo Gentilini, Firenze 2009.