"Certificati da una scrittura privata di Giuseppe Fiocco datata 20 febbraio 1970 con pertinente attribuzione dei due dipinti al Padovanino, gli ovali raffigurante La Purezza e La Lussuria, sono stati collocati dallo studioso nel periodo della piena maturità dell'artista, al tempo in cui il Varotari si distinse per l'uso deciso e vivace del colore e l'adozione di uno spiccato luminismo di valore antimanierista.
La Purezza è qui personificata da una creatura angelica di gran bellezza che regge nella mano destra un giglio, fiore simbolo di virtù, abbigliata di uno svolazzante mantello e in possesso di un paio d'ali che delimitano l'orizzonte della tela. Alle spalle della Purezza, la cui figura occupa quasi per intero l'ovale, è ritratto un putto che guarda in altra direzione.
La raffigurazione della Lussuria contiene in sé tutti gli elementi iconografici a lei attinenti. Di frequente, difatti, la Lussuria, compresa tra i sette Vizi Capitali, è rappresentata nell'atto di abbracciare una figura maschile. Nel dipinto in oggetto questo personaggio possiede orecchie da coniglio e tale animale secondo la tradizione umanistica era celebre per fecondità e appagamento sensuale. Il mucchio di monete che s'intravede sotto la veste della Lussuria è altro elemento connesso a godimento e dissolutezza. Un putto, forse Cupido, fa capolino alle spalle della coppia.
Indubbia è la matrice classicheggiante dell'opera, a conferma della piena adesione del Varotari alla grande a rinascenza veneta, principalmente nei testi figurativi di Giorgione, Tiziano e del Veronese. Le cromie, dispiegate sulle gamme dei rosa, dei rossi e degli azzurrini, conferiscono al dipinto un tono elegiaco, perfettamente in sintonia con gli intendimenti classicisti dell'artista."